martedì 28 settembre 2010

Maxi-evasione da 40mln di euro per azienda edile pugliese, lo sconcerto di Anelli


Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Il Governo sembra più impegnato a tagliare spese e servizi fondamentali per i cittadini invece che combattere la tenaglia micidiale dell’evasione fiscale”

“L’ennesima truffa ai danni delle casse statali, 40 milioni di euro non versati da un’azienda edile di Andria con cantieri anche al nord Italia, che ha inoltre distrutto la documentazione, dimostra quanto ancora ci sia da fare nel campo della lotta a questa piaga nazionale. In un momento così difficile per la nostra economia è particolarmente grave sapere quante siano ancora le attività che sfuggono ai propri obblighi, cosa che invece non fanno tantissimi cittadini ed imprese oneste”. Lo sostiene Vincenzo Anelli, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, riferendosi alla maxi-evasione fiscale per oltre 40 milioni di euro perpetrata ai danni dello Stato da una società edile andriese e scoperta dai militari della Guardia di Finanza. Il titolare dell’azienda, che ora è stato denunciato, oltre a frodare l’Erario occultando l’ingente reddito, avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti pari a circa 15 milioni di euro e distrutto i documenti fiscali e altri atti contabili obbligatori.
Dando voce al movimento nazionale che ha in Antonello De Pierro il suo leader, Anelli spiega: “Da un lato ci sono gli sperperi nella pubblica amministrazione, dall’altro c’è l’evasione, una tenaglia micidiale che vede il Governo tutt’altro che concentrato nella lotta senza quartiere ma, piuttosto, impegnato a tagliare spese e servizi fondamentali per i cittadini, come nel caso del riordino sanitario pugliese”.

Poi, a proposito dei 19 operai impiegati completamente “a nero”, per i quali l’azienda avrebbe omesso di erogare i contributi previdenziali, il rappresentante pugliese dell’Italia dei Diritti, ricordando la lealtà e il senso del dovere civico di migliaia di imprenditori e cittadini onesti, sottolinea: “Penso in particolare ai lavoratori dipendenti e al popolo delle partite Iva, che ogni giorno si dissanguano per versare tasse e contributi dovuti”.

lunedì 27 settembre 2010

Ospedali rischiano di chiudere in Puglia, la Lusi alza la voce

La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Mi auguro che I sacrifici imposti dal piano di rientro non colpiscano solo i cittadini ma anche i dirigenti e i consulenti delle varie Asl con consistenti riduzioni dei vari emolumenti”


Bari– Non si arrestano i tagli in materia di sanità effettuati dalla Regione Puglia. Secondo quanto predisposto dal piano di rientro sanitario approvato lo scorso 23 settembre, il governo pugliese per obbedire alle pressioni imposte recentemente dall’esecutivo nazionale, ha dovuto ridurre pesantemente i posti letto di vari nosocomi presenti sul territorio. La manovra finanziaria riguarda diversi distretti sanitari: a finire nel mirino dei tagli sono infatti le città di Bari, Foggia, Lecce , Taranto, Brindisi.
Questo stato di cose ha destato la preoccupazione di varie strutture ospedaliere che rischiano di chiudere a causa delle riduzioni imposte dal governo. In riferimento all’ennesima notizia coinvolgente la sanità è intervenuta Patrizia Lusi, responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “I tagli alla sanità pugliese predisposti dal piano sanitario sono stati una risposta al deficit finanziario di quel settore e alla diminuzione dei trasferimenti statali. Detto piano sta creando diverse problematiche che vanno dalla necessità di mantenere i livelli di occupazione dei lavoratori della Sanità pubblica e privata, al diritto alla salute e all'assistenza sanitaria dei cittadini pugliesi. Nonostante alcuni territori saranno privati dei nosocomi e della relativa assistenza sanitaria, attualmente presente, scelte di responsabilità hanno indotto la giunta di Vendola e il Consiglio Regionale a dover individuare le soluzioni più idonee per garantire i servizi sanitari distribuendoli tra varie strutture in grado di accorpare e soddisfare il maggior numero di cittadini possibile. L'auspicio è che l'inevitabile politica di tagli vada a colpire anche incarichi di consulenza rilasciati dai dirigenti delle varie Asl che, in alcuni casi, superano lo stipendio dello stesso presidente Vendola. Insomma, mi auguro che i sacrifici imposti dal piano di rientro – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – non colpiscano solo i cittadini che continuano a pagare le tasse ed hanno diritto ai servizi sanitari, ma anche i dirigenti e i consulenti delle varie Asl con consistenti riduzioni dei vari emolumenti”.