mercoledì 7 settembre 2011

Comune di Bari sommerso da ricorsi contro le multe, il commento della Lusi


La vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: Il rispetto delle regole, a tutti i livelli, assicura un miglioramento della qualità della vita di tutti in quanto non si può certo dire ai vigili urbani di ‘chiudere un occhio’”



La tendenza a cercare di farsi annullare le multe, per non pagarle, ha raggiunto a Bari livelli allarmanti. Rispetto al 2001, infatti, i ricorsi presentati al giudice di pace contro le contravvenzioni per infrazioni al codice della strada o rilevate dalla polizia annonaria sono aumentati del 400%. Poiché l’avvocatura dell’ente non ce la fa, la giunta ha affidato la gran mole di lavoro all’avvocato Pierluigi Rossi, con il quale ha stipulato una convenzione affinché si occupi, quindi, di questo contenzioso in cui è coinvolto il Comune. Tutto questo rappresenta per la città di Bari una spesa significativa.

Patrizia Lusi, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la notizia: “La percezione che la cittadinanza ha dell'idea di ‘legalità’ traspare anche da episodi che possono apparire poco significativi se rapportati a quelli gravissimi che riguardano il caso di chi utilizza il potere, derivante dal ruolo pubblico che ricopre, per l'arricchimento personale. Eppure, da qualche parte si dovrà iniziare per creare ‘cittadini modello’ consapevoli che il rispetto delle regole, a tutti i livelli, assicura un miglioramento della qualità della vita di tutti.
L'inciviltà di molti automobilisti – cittadini che rendono la viabilità urbana disastrosa – procura diversi svantaggi a chi, come i portatori di handicap o mamme con passeggini, spesso non riesce a scendere da un marciapiede perché la discesa a loro riservata è puntualmente occupata da veicoli lasciati impunemente in sosta.
Non stupisce allora – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che le amministrazioni comunali, come nel caso di quella barese, si trovino sommerse da ricorsi contro le multe e che, in periodi di taglio agli enti locali e mancati trasferimenti dallo Stato agli stessi, queste circostanze comportino aggravi di spese per l'ente pubblico costretto a ricorrere a consulenze esterne.
Non si può certo dire ai vigili urbani di ‘chiudere un occhio’, anzi. Si potrebbero, però, incrementare i controlli, e, soprattutto, il numero delle ore che i bambini delle scuole materne, elementari e medie già dedicano all'educazione civica. Potremmo avere la sorpresa di sentire dai nostri figli moniti su come rispettare le regole del codice della strada e sperare che le stesse restino scolpite nelle loro giovani menti, così da avere futuri ‘cittadini modello’. Anche in questo caso ‘prevenire e' meglio che curare’!”

mercoledì 6 luglio 2011

Braccianti romene obbligate a sesso in cambio di lavoro, dura la Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Queste nuove forme di ‘schiavitù moderna’ vanno debellate con il massimo del rigore e della tempestività”

Roma – Diciassette persone sono state arrestate nel Tarantino, con l’accusa di coinvolgimento in un’organizzazione che, secondo le indagini, avrebbe avviato alla prostituzione un centinaio di braccianti romene, sfruttate nei campi come manodopera clandestina. Dovranno pertanto rispondere dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione del reato continuato di estorsione aggravata, sfruttamento e favoreggiamento dell'attività di prostituzione ed esercizio non autorizzato di attività di somministrazione di lavoro.


“Queste nuove forme di ‘schiavitù moderna’ – osserva Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti - vanno debellate con il massimo del rigore e della tempestività attraverso controlli serrati sul territorio che devono coinvolgere le forze dell'ordine non solo italiane, ma di tutta Europa”.

Il bisogno di lavorare per guadagnare qualche soldo a fine mese, avrebbe costretto le donne ad accettare qualsiasi condizione imposta dai datori di lavoro: turni prolungati, misere retribuzioni ed anche prestazioni sessuali in cambio dell’assunzione.

“L'ennesima squallida storia di sfruttamento per ottenere lavoro in cambio di prestazioni sessuali – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che purtroppo è tristemente nota anche a noi italiani, sebbene si sia verificata in circostanze differenti. L'attenzione deve essere massima soprattutto riguardo al contesto umano e sociale in cui le lavoratrici straniere si trovano a vivere nel nostro Paese, che deve essere esempio di accoglienza e solidarietà”.

mercoledì 22 giugno 2011

Area di gioco per bambini contaminata a Taranto, inconcepibile per la Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Ancora una volta è affidato ad un Comitato spontaneo il compito di sollevare una questione sociale”

Roma – Nel giugno 2010 alcune aree del quartiere popolare Tamburi di Taranto, furono vietate all’accesso da un’ordinanza del sindaco, a causa di una contaminazione nociva del terreno. Nel provvedimento adottato lo scorso anno, il comune prescriveva urgenti lavori di bonifica.
Il Comitato ‘Donne per Taranto’, in una nota inviata al all’amministrazione comunale, chiede un aggiornamento della situazione, giacché non c’è stato ancora un riscontro pratico.

“La vicenda del "Tamburi" di Taranto riporta al centro dell'attenzione la distanza che esiste tra le esigenze dei cittadini e le istituzioni che dovrebbero rappresentarle – fa notare Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti-. Un problema di salute pubblica, quello dell'area di Taranto interessata dall'assenza di bonifica, di cui il Comune si era fatto carico senza dare seguito alle buone intenzioni”.

Il Comitato si appella alla giunta Stefàno, inoltre, affinché chiarisca quali azioni precauzionali sono state adottate al fine di tutelare la salute dei bambini del rione Tamburi, maggiormente esposti a fattori cancerogeni presenti sul terreno, continuando a giocare in esso.
L’associazione in questione ha raccolto oltre settemila firme per chiedere indagini epidemiologiche tra i cittadini dell’area finalizzate a comprendere se ci sia un nesso tra malattie ed esposizione all’inquinamento dei terreni della zona.

“Ancora una volta – seguita l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è affidato ad un Comitato spontaneo, questa volta costituito da donne, mamme e figlie, il compito di sollevare una questione sociale e cercare l'attenzione dei media. Auspichiamo che l'interessamento della società civile e dei massa media, porti la Regione Puglia e il Comune di Taranto ad interrompere il blocco "burocratico" e riportare alla disponibilità degli abitanti tarantini un pezzo della città”.

mercoledì 15 giugno 2011

Per Bankitalia economia pugliese al collasso, il commento della Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “In alcune zone della regione le percentuali di disoccupazione e inoccupazione sia giovanile che femminile sono anche superiori rispetto a quelle rilevate”

Roma – Dall’analisi della Banca d’Italia sull’economia pugliese del 2010 emerge una situazione del mercato del lavoro disarmante, con un tasso di disoccupazione al 13,5% ed un progressivo esaurimento di prestazioni sociali, come la cassa integrazione.

“L'analisi occupazionale della Banca d'Italia – fa notare Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti-, e' terribilmente corrispondente al vero. In alcune zone della regione le percentuali di disoccupazione e inoccupazione sia giovanile che femminile sono anche superiori rispetto a quelle rilevate”.

Secondo gli economisti di Bankitalia, anche l’andamento degli investimenti nell’area è negativo, riportando un calo del 16%.

“Interessante e' anche il dato sulla scarsa propensione agli investimenti – seguita l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, vero volano per lo sviluppo territoriale. Nonostante le numerose iniziative intraprese dal governo pugliese, come i recenti bandi regionali sulla dote occupazionale e "ritorno al futuro", la situazione pugliese resta grave e il poco interesse dimostrato dal governo centrale contribuisce a renderla ancor più preoccupante”.

mercoledì 1 giugno 2011

Disoccupazione giovanile da record in Puglia, l’analisi di Anelli


Il vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti:
“E’ innegabile che la giunta Vendola abbia fatto tanti sforzi, è pur vero però che continua a risentire di una situazione nazionale che penalizza
fortemente il nostro territorio”

Bari – Disoccupazione da record tra i laureati del Sud. Secondo un’indagine condotta da Almalaurea infatti nel 2010 nel Mezzogiorno la mancata occupazione ha raggiunto quota 13,4 per cento, contro la media nazionale dell’8,4. La Puglia occupa il terzo posto con il 13,5 per cento, “superata” soltanto da Sicilia e Campania, rispettivamente ferme a 14,7 e 14. Sono dati che destano una certa preoccupazione per Vincenzo Anelli, vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti.
“Si conferma che la nostra nazione è alle prese con un grande problema di crescita, colpisce in particolare i risultati che emergono dall’analisi della Puglia, e che contrastano con i dati economici resi noti qualche tempo fa, i quali lasciavano presagire una ventata di ottimismo”. Secondo Anelli c’è una connessione tra le due ricerche: “Il vero problema è sui giovani, è su di loro che il Governo nazionale è chiamato a dare risposte concrete. Il nodo cruciale – continua il referente regionale – sta nel lavoro e nella riforma fiscale, chiamata a dare un sostegno alle imprese”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro riflette sullo scenario pugliese che emerge dall’analisi condotta da Almalaurea:“E’ innegabile che la giunta Vendola abbia fatto tanti sforzi, è pur vero però che continua a risentire di una situazione nazionale che penalizza fortemente la Puglia”. Di fondamentale importanza i tagli alla ricerca: “Perché se non si inizia ad investire in ricerca ed in innovazione – incalza Anelli – non creeremo mai nuovi posti di lavoro”.
Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti pensa positivo: “Siamo fiduciosi dei risultati che otterrà il piano di lavoro varato dalla giunta Vendola, che ha avuto il merito di centrare uno dei problemi più acuti della nostra regione. La strategia ci sembra giusta, tempestiva e piena di opportunità”. Anelli conclude però con un monito: “Attenzione ai risultati, affinché non si rivelino solo un fuoco di paglia, ma possano avere degli effetti strutturali”.

martedì 3 maggio 2011

Per studenti prof fannulloni all’università di Bari, la Lusi commenta


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti:
“Affidare agli universitari il controllo sui ritardi e le assenze degli
insegnanti, è una proposta che può fungere da stimolo”

Bari – Ha fatto scalpore la proposta di alcuni studenti della facoltà di Medicina dell’ateneo barese che, lamentando continui ritardi ed assenze da parte dei loro professori, hanno chiesto al Rettore l’attivazione dei totem e dei badge per gli insegnanti, in modo di poterne controllare le presenze. Si esprime sulla vicenda Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “I problemi delle Università italiane sono molteplici: l’assenza di fondi per la ricerca, un sistema ‘baronale’ e ‘parentale’ di reclutamento dei docenti e dei ricercatori e la carenza di spazi sono stati, per anni, i punti cardine delle proteste studentesche”.
“La riforma dell’Università proposta dal Ministro Gelmini e dal suo Governo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non risolve i nodi essenziali sopra evidenziati, e gli indiscriminati tagli alla scuola pubblica complicano ancor più la situazione”.
Secondo la Lusi, la soluzione proposta di affidare agli studenti il controllo sui ritardi e le assenze dei professori, pur non riuscendo a ‘svecchiare’ il sistema universitario italiano può, ad ogni modo, fungere da stimolo: “Gli insegnanti potrebbero essere indotti a riappropriarsi del ruolo a loro riservato, mentre gli studenti sarebbero chiamati a responsabilizzarsi ancor più nella gestione del percorso universitario”.

mercoledì 20 aprile 2011

Nel Salento immigrati impiegati come schiavi, lo sdegno di Anelli


Il viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Ci sono innumerevoli extracomunitari che lavorano duramente in Italia, ma non si vedono, sono invisibili, clandestini, facili prede di questi personaggi senza scrupoli”


Roma – Un’inchiesta condotta dal Tribunale di Lecce ha portato all’arresto di nove persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione e al mantenimento in schiavitù di lavoratori immigrati, estorsione, favoreggiamento della clandestinità e truffa aggravata ai danno dello Stato. Questo è lo scenario delineato dalla Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi e dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce circa una delle aziende pugliesi più attive nel settore del fotovoltaico.

“E’ sconcertante. Bisogna meditare sul fatto che – commenta Vincenzo Anelli, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti - gli immigrati, aldilà degli attuali scenari di guerra, fuggono dalla povertà verso i nostri paesi, definiti ‘sviluppati’. Episodi come questo danno tutt’altro esempio di sviluppo. Ci sono innumerevoli extracomunitari che lavorano duramente in Italia, ma non si vedono, sono invisibili, clandestini, facili prede di questi personaggi senza scrupoli”.

Parte del personale di una nota società italo-iberica di impianti fotovoltaici con sede a Brindisi, ha assunto immigrati privi di permesso di soggiorno, favorendo la loro irregolare permanenza nel territorio italiano, ed impiegandoli in mansioni equiparabili al servaggio.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro ha fatto riferimento alla netta contrapposizione di atteggiamenti che vige nel nostro paese: “Da un lato c’è una società civile illuminata e ospitale, che permette a chi arriva in Italia di condurre una vita dignitosa, di certo alla larga da lager come Manduria; dall’altro, purtroppo, c’è chi è senza scrupoli e si approfitta di essi.
Un settore innovativo come quello del fotovoltaico dovrebbe agire da traino per lo sviluppo e per il mercato del lavoro, incidendo sulla ripresa economica del Paese. E’ in settori come questo e non nel Nucleare che bisogna investire, se si vuole guardare al futuro. Purtroppo - conclude Anelli – la riflessione più amara sulla vicenda, è che la vita di questi uomini immigrati, è considerata nulla”.

lunedì 18 aprile 2011

La Bellantuoni elogia Dia per maxisequestro a clan italo-albanesi a Bari


La responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “La sinergia con la quale lavorano le forze dell’ordine in tutta Italia, e fuori dai nostri confini, può portare ovunque al raggiungimento di grandi risultati nella lotta al malaffare”

Bari - “La criminalità organizzata in Puglia è sempre più agguerrita e radicata nel territorio. Lo dimostra l’operazione conclusa dalla Dia di Bari circa il traffico di stupefacenti incrociato tra Puglia, Lombardia e Toscana”. Manuela Bellantuoni, responsabile regionale dell’Italia dei Diritti, commenta in questo modo il sequestro preventivo di beni per oltre un milione di euro, eseguito, questa mattina, dalla Direzione Investigativa Antimafia di Bari, Milano e Firenze, nei confronti di clan italo-albanesi.

L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro si sofferma sui dati della vicenda: “Fa specie la sproporzione verificata dagli inquirenti tra la disponibilità di patrimoni degli indagati e le loro dichiarazioni di reddito, bassissime, a testimonianza del fatto che c’era qualcosa di losco in merito”. I beni sequestrati fanno capo a Domenico Azzone, affiliato del clan barese Anemolo, e ai clan albanesi di Mehemeti Ermal e Cobo Krenar di Valona e di Hasani di Durazzo.

La Bellantuoni conclude il suo intervento elogiando il lavoro di quanti combattono contro il crimine, quotidianamente: “É importante sottolineare che la sinergia con la quale lavorano le forze dell’ordine in tutta Italia, e fuori dai nostri confini, può portare ovunque al raggiungimento di grandi risultati nella lotta al malaffare. Un plauso particolare va alla Dia di Bari ma, più in generale, a tutti coloro che, ogni giorno, fanno bene il loro lavoro, permettendo di centrare l’obiettivo dello smantellamento di bande di delinquenti che si muovono su territori di larga estensione, soprattutto nel traffico di stupefacenti , un settore che va a ledere, in particolare, il mondo dei giovani”.

martedì 12 aprile 2011

A Bari un quartiere trasformato in discarica, la solidarietà di Anelli


Il vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti:
“Le istituzioni devono monitorare il territorio, a rischio la salute dei cittadini”

Bari – Pieno appoggio ai cittadini pugliesi che protestano a Bari San Giorgio perché stanchi dei rifiuti lasciati sulla complanare della statale 16, arriva da Vincenzo Anelli, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti.
“Condivido le azioni di protesta degli abitanti della zona che da tempo sollecitano l’intervento delle autorità cittadine e dei servizi competenti, quali l’Amiu, a seguito dei disservizi le cui conseguenze ricadono sul quartiere”. Anelli punta i riflettori in particolare sull’abbandono di rifiuti di ogni genere “che – aggiunge – di frequente presentano materiali pericolosi come amianto e pneumatici”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro getta un faro di luce sulla condizione che affligge i residenti del quartiere barese che vivono una situazione critica: “L’abbandono indiscriminato dei rifiuti rappresenta un rischio per la salute, nonché un danno all’ambiente e in particolare alla costa”.
Il vice responsabile pugliese del movimento extraparlamentare sottolinea la ricaduta economica e turistica, che il perdurare di una simile situazione può provocare sulla litoranea barese, e lancia l’appello alle istituzioni: “Chi è tenuto a monitorare il territorio individuando i responsabili di simili azioni deve adempiere al pieno il suo dovere. Il problema dei controlli – conclude – è centrale”.

mercoledì 6 aprile 2011

Sfrattati a Bari disabili che attendono casa da 25 anni, lo sdegno di Anelli


Vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “E’ inconcepibile che in un paese come l’Italia succedano cose del genere”


Roma – Gianni e Gianna Tempesta, coppia di disabili, entrambi in carrozzina, attendono da venticinque anni l’assegnazione di un alloggio popolare dal comune di Bari.
Ieri il giudice del tribunale del capoluogo pugliese ha dichiarato esecutivo lo sfratto, per morosità, dalla casa dove i coniugi, insieme alla loro figlia di undici anni, vivono attualmente.
Percependo poco più di 1.200 euro al mese, la coppia non riesce a far fronte all’affitto poiché gran parte del denaro viene utilizzato per le cure mediche, inoltre il comune non eroga più l’80% della spesa d’affitto.

Vincenzo Anelli, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, ha dichiarato sul problema sociale: “Voglio lanciare un appello per evitare che questa famiglia si ritrovi a vivere in condizioni disumane, non avere nemmeno una casa è inaccettabile.
Il sindaco deve intervenire per bloccare lo sfratto o per trovare una degna sistemazione almeno in una casa popolare. E’ inconcepibile che in un paese come l’Italia succedano cose del genere.
Bisogna essere sensibili – continua Anelli – ai temi sociali e intervenire per aiutare le famiglie che si ritrovano in situazioni inammissibili come questa, che hanno bisogno delle istituzioni.
Essendo il sindaco di Bari anche un magistrato, che dimostri sensibilità e prenda a cuore la situazione, poiché ha le competenze per intervenire in maniera efficace per questa famiglia”.

Il vice responsabile pugliese, del movimento presieduto da Antonello De Pierro, continua: “Qualcosa ci preoccupa per quanto riguarda la rete di prestazioni sociali perché mostra delle crepe nella tutela dei più deboli, probabilmente per mancanza di fondi. Bisogna, quindi, capire come si deve agire, perché non è possibile che la gente viva in condizioni disumane”.

mercoledì 30 marzo 2011

800 contratti senza gara d’appalto in sanità pugliese, rimedi della Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “E’ necessario sganciare le nomine dei direttori sanitari da scelte politiche, così come è auspicabile un maggiore controllo sulle uscite di denaro delle strutture sanitarie pubbliche”

Bari – Due indagini già concluse sulla Asl di Bari e sul Policlinico, altre tre ancora in fase d’istruttoria che riguardano l’Asl di Lecce e quella di Brindisi. E che fanno emergere una situazione di allarme sulla gestione di fondi pubblici nella sanità.
Sulle aziende sanitarie pugliesi che hanno fatto ricorso alla proroga indiscriminata di circa 800 contratti di fornitura, in barba a tutte le norme, la viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, Patrizia Lusi, commenta dicendo che “il momento degli sperperi e degli acquisti ingiustificati nella pubblica amministrazione è finito”.
“In particolare – continua la Lusi - il settore della sanità nella Regione Puglia è stato spremuto fino all'osso nelle ultime due legislature”.
Già perché per ben 800 volte in 4 anni chi ha vinto una gara d’appalto ha poi continuato a effettuare forniture oltre i termini.
“E' chiaro – sostiene amareggiata la rappresentante regionale del movimento guidato da Antonello de Pierro - che il sistema di appalti pilotati e delle aggiudicazioni senza gare (d'appalto) è ormai insito nelle dinamiche amministrative a prescindere dal colore politico delle giunte regionali, le cui conseguenze gravano sui cittadini pugliesi, utenti finali dei servizi sanitari e uniche vittime di questa situazione”
Il nodo, secondo l’Autorità, è però alla base, visto che la normativa non presenta buchi neri, anzi copre tutti i possibili casi. La colpa è insomma dei dirigenti delle aziende sanitarie.
“I rimedi – conclude infatti la Lusi - proposti da alcuna parte della classe politica, come la richiesta di sganciare le nomine dei direttori sanitari da scelte politiche, sembrano essere ormai una necessità, così come è auspicabile un maggiore controllo amministrativo sulle uscite di denaro delle strutture sanitarie pubbliche”.

venerdì 25 marzo 2011

Cassonetti colmi a Foggia per fallimento Amica, la reazione della Lusi


La vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “E’ necessario di individuare le responsabilità della mala gestione amministrativa”


Pasquale Santamaria, commissario liquidatore dell’Amica, l’azienda di igiene di Foggia, ha dichiarato che la società è in crisi finanziaria e non riesce più a garantire la gestione quotidiana riguardante la raccolta dei rifiuti. Non avendo più liquidità, essa avrebbe difficoltà nella riparazione dei mezzi ormai obsoleti e soprattutto, nella regolare fornitura di gasolio. L’emergenza più avvertita riguarderebbe la raccolta differenziata, in quanto non ci sarebbero mezzi sufficienti.

Patrizia Lusi, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la notizia: “La crisi finanziaria in cui versa il Comune di Foggia ha ripercussioni anche sulle aziende partecipate, cui e' demandata la gestione di servizi essenziali quali la nettezza urbana. La mala gestione amministrativa degli anni passati ha causato all'ente Amica buchi nel bilancio che ne hanno portato alla messa in liquidazione. Come al solito e' la cittadinanza che sopporta le conseguenze più drammatiche, con cassonetti stracolmi e immondizia che non viene ritirata anche per giorni. Sarebbe opportuno individuare le responsabilità di questa mala gestione amministrativa e un piano strategico di lunga durata per il risanamento dell'azienda”.

giovedì 24 marzo 2011

La Lusi su morti sospette in ospedale a Gallipoli e Castellana Grotte






La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei diritti: “Questi episodi sono favoriti dalla politica dei tagli che non aiuta a sviluppare eccellenze in questo settore”


Bari - Un decesso per infarto di un paziente cui era stato diagnosticato un problema ortopedico alla spalla e uno di un uomo che era stato operato poche settimane prima. Una relazione sui due presunti casi di errori sanitari in Puglia è stata chiesta all'assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore e dal presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario, Leoluca Orlando.
“L'ennesima inchiesta su due casi di malasanità in Puglia, riporta l'attenzione sulla delicatezza di un settore, qual è quello sanitario, che coinvolge molti interessi e aspettative dei cittadini” -. dichiara Patrizia Lusi, viceresponsabile regionale dell’Idd, secondo cui “l'intervento della Commissione Sanità e della magistratura può ripagare solo in parte il dolore di quanti hanno subito la perdita di un parente a seguito di errori di malasanità. Oltre alla politica di tagli e compressione dei costi che di certo non aiuta a sviluppare eccellenze in questo settore”.
Un episodio riguarda il signor Daniele Campo, di 35 anni, che avvertendo forti dolori al collo è stato visitato al pronto soccorso dell'ospedale di Gallipoli (Lecce). I medici gli avrebbero diagnosticato una patologia di natura ortopedica dimettendolo dopo avergli somministrato un antinfiammatorio. Una volta a casa l'uomo è morto per infarto.
Il secondo caso riguarda Filippo Di Palma, di 47 anni, che avvertendo forti dolori allo stomaco e allo sterno, si era fatto visitare nell'Ospedale di Castellana Grotte dove è morto per un arresto cardiocircolatorio.
“Senza fare generalizzazioni – continua l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro - , perché nella maggior parte dei casi ci sono strutture sanitarie pubbliche di altissimo livello, la superficialità e l'approssimazione del singolo con la relativa perdita anche di una sola vita umana devono indurre tutti ad un'attenta riflessione.
Intanto sarebbe indispensabile che le nomine dei direttori sanitari vengano fatte sulla scorta di graduatorie di merito e da soggetti competenti, perché il settore della sanità non può essere in alcuna maniera soggetto alle regole della politica con le relative spartizioni tra i vari partiti delle direzioni generali di questo o quell'ospedale. Ed ancora, aggiornamenti professionali continui e costanti rivolti a tutti i medici o a quanti erogano prestazioni di carattere sanitario, dovrebbero essere la regola indispensabile a cui ispirarsi”.

martedì 22 marzo 2011

Sequestrato impianto fotovoltaico a Brindisi, la Lusi chiede verifiche


La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “È necessario che i controlli sulla regolarità delle installazioni di questi impianti siano serrati, affinché il vantaggio dell’utilizzo di energie pulite non si disperda”

Brindisi - “Questo episodio riporta alla luce il problema del rispetto della legalità in un settore delicato qual è la tutela dell’ambiente”. Così esordisce Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, nel commentare il sequestro di un maxi impianto fotovoltaico nell’agro di San Donaci, in provincia di Brindisi, risultato abusivo. Secondo gli inquirenti, i dieci indagati avrebbero realizzato un unico sito, di 50mila metri quadrati, senza alcuna concessione, poiché avevano inizialmente presentato una richiesta di autorizzazione per l’istallazione di cinque impianti fotovoltaici contigui da un megawatt l’uno.

“La Puglia è la prima regione del meridione d’Italia per la produzione di energie alternative - evidenzia la Lusi - ed è un primato che rende orgogliosa la terra ‘del sole e del vento’, soprattutto in questo periodo in cui il dibattito sul nucleare infiamma l’opinione pubblica, dopo il disastro ambientale giapponese. È, tuttavia, necessario che i controlli sulla regolarità delle installazioni di questi impianti siano serrati, affinché il vantaggio dell’utilizzo di energie pulite non si disperda come avviene nel caso in cui siano aggirate le valutazioni di impatto ambientale”.

L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento, soffermandosi sui motivi dell’obbligatorietà delle suddette verifiche: “Il proliferare selvaggio e senza controllo può causare danni ai terreni e al paesaggio che, a lungo andare, possono diventare irreversibili. Inoltre, un settore in espansione come quello del fotovoltaico potrebbe attirare l’interesse della malavita organizzata, le cui infiltrazioni, ormai, non riguardano più solamente settori classici come lo spaccio di stupefacenti o lo sfruttamento della prostituzione, ma si inseriscono anche nei cosiddetti settori ‘sani’ dell’economia”.

giovedì 10 marzo 2011

Ulteriori tagli alla Sanità pugliese l’ira della Lusi


La viceresponsabile regionale dell’Italia dei diritti: “Il contenimento dei costi è l’epilogo finale di una serie di sprechi nel settore sanitario che si sono accumulati negli anni”

Bari - Entro giugno la Regione Puglia deve approntare il piano dei tagli al settore privato ed un ulteriore riduzione della rete ospedaliera pubblica. L’assessore Tommaso Fiore rivela la strategia già congegnata per far fronte alla possibilità che il governo giudichi insufficienti i tagli adottati: eliminare altri ospedali pubblici rispetto ai 18 preventivati e per i quali, nei giorni scorsi, c’è stato il via libera della commissione.
E’ diretto l’attacco della viceresponsabile regionale dell’Idd, Patrizia Lusi, secondo cui “Il programma di "contenimento dei costi" alla Sanità pugliese proposto dalla seconda giunta Vendola è l'epilogo finale di una serie di sprechi nel settore sanitario che si sono accumulati nell'arco di dieci anni. Se si aggiungono i tagli alla spesa locale imposti dalla manovra finanziaria di Tremonti, il risultato è la chiusura "a macchia di leopardo" di strutture ospedaliere di piccole e medie dimensioni”.
Il piano B del governo guidato da Nichi Vendola viene annunciato proprio quando è suggellato lo “strappo” tra il Pd e la giunta sui tagli del piano. La vice responsabile del movimento guidato da Antonello de Pierro va giù pesante e dichiara che : “La responsabilità politica dei governi che si sono succeduti è innegabile e grava sulla testa degli attuali amministratori regionali come un macigno. La politica sanitaria include per la sua stessa natura, il coinvolgimento di interessi primari, quali il diritto alla salute dei cittadini, e non puo' essere oggetto di ricatti politici.
Attesa la cristallizzazione del debito sanitario pugliese, con senso di responsabilità tutte le parti politiche e sociali dovrebbero rinunciare a campagne campanilistiche per la tutela del bene superiore del diritto alla salute.
Spetta comunque alla magistratura il compito di fare piena luce sugli aspetti penalmente rilevanti
dell'intera vicenda”.

venerdì 4 marzo 2011

Consulta blocca assunzioni sanità pugliese, commento della Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Lo spettro della precarietà, che impedisce di poter progettare un'esistenza, è tornato ad incombere sui tanti lavoratori che hanno assaporato la tranquillità contrattuale per meno di un anno”


E’ arrivata dalla Corte costituzionale la bocciatura di gran parte delle norme che costituivano la tanto discussa legge regionale 4 del 23 febbraio 2010.
In particolare saltano le stabilizzazioni per dirigenti medici, collaboratori temporanei adibiti ai servizi di assistenza domiciliare, riabilitazione ed integrazione e per medici precari del Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza(SUEM).
“Le sentenze degli organi di giustizia si applicano, non si commentano” è la premessa della dichiarazione di Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, sulla sentenza della Corte Costituzionale. Secondo la Lusi però, casi specifici come questo, incidono in maniera così forte nella vita di migliaia di lavoratori, richiedono più che un semplice commento ma una riflessione su quanto compiuto finora “La legge regionale, la cui validità è stata smontata dalla Corte Suprema, suscitò molte polemiche sin dalla sua emanazione – spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - Si disse che così facendo si sarebbe introdotta una pericolosa deroga alla regola generale per cui nelle amministrazioni pubbliche si accede solo tramite concorso”.
Tutte le polemiche sollevate allora, furono smorzate dalla soddisfazione di quella schiera di precari che videro nel contratto a tempo indeterminato la panacea per il futuro.
Oggi quel futuro, è stato di minato e come ha tenuto ad aggiungere l’esponente del movimento extraparlamentare “Lo spettro della precarietà, che impedisce di poter progettare un'esistenza, è tornato ad incombere sui tanti lavoratori che hanno assaporato la tranquillità contrattuale per meno di un anno” dunque questo significa un palese fallimento della politica “nel suo tentativo di voler porre rimedio ad una situazione diffusa di precarietà e sfruttamento utilizzando malamente il mezzo legislativo che, presentava, già allora le sue manchevolezze” che dovrà porre rimedio a questa sconfitta “operando in virtù delle regole legislative e morali”.

giovedì 3 marzo 2011

Appalto pulizie senza gara all’Asl di Lecce, il commento della Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti sull’ultimo
scandalo della sanità pugliese: “L’ennesima irregolarità all’interno di un sistema
clientelare e corrotto. Le uniche vittime sono i cittadini”


Bari - “Lo scandalo della sanità pugliese rischia di travolgere l’intero sistema sanitario della regione”. Questo è il primo commento di Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, in merito all’attribuzione dei servizi per le pulizie nell’Asl di Lecce, senza regolare gara d’appalto. La vicenda ha visto protagoniste le ditte Csn e Biologica, l’accusa è di concorso in abuso d’ufficio e di violazione alla legge sugli appalti. Si indaga su presunti collegamenti con la politica.
L’archiviazione della richiesta di processo per il presidente della giunta Nichi Vendola non basta, secondo la Lusi, “per restituire dignità istituzionale al settore più strategico del Welfare regionale”.
Per l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro ci troviamo di fronte “all’ennesima irregolarità” in quello che può essere definito “un vero e proprio sistema clientelare e corrotto”.
“La Magistratura farà il suo corso, ma resta l’amarezza – conclude la viceresponsabile pugliese dell’organizzazione extraparlamentare – per una vicenda che vede come uniche vittime i cittadini, costretti a privarsi dei presidi ospedalieri, considerati non produttivi di reddito, pur di compensare ‘il buco’ nel sistema sanitario pugliese”.

venerdì 21 gennaio 2011

Anelli interviene sulla Sanità nel Leccese al collasso


Il viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Sulla nostra regione si è abbattuta la scure dei tagli alla Sanità”

Entro il 2011 la Asl di Lecce avrà circa 120 medici in meno rispetto al 2009 a causa dei pensionamenti. Una grave perdita che potrebbe mettere a rischio seriamente la qualità dell’assistenza. Nel poliambulatorio dell’ex Vito Fazzi di piazzetta Filippo Bottazzi nella città salentina, ci sono a disposizione solo due anestesisti che devono far fronte ad una grossa richiesta di assistenza. Per questo molti interventi vengono rimandati e le liste d’attesa si allungano. L’aspetto più preoccupante è che il personale medico in uscita non potrà essere rimpiazzato per il blocco del turnover imposto dal Piano di rientro sanitario almeno fino al 31 dicembre 2012
“Purtroppo sulla Puglia si è abbattuta la scure dei tagli alla Sanità imposti da un piano di rientro del Governo centrale – interviene amareggiato Vincenzo Anelli, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti – ma questo non ha fatto altro che peggiorare una situazione che prevedeva già chiusure di Ospedali e riduzione dei servizi sul territorio. L’impatto che ha avuto il piano di riordino sanitario sul funzionamento della sanità della regione è sicuramente molto pesante”.
Non va meglio nel resto della provincia dove le difficoltà nei reparti sono ormai palpabili. Tuttavia le forti ristrettezze economiche stanno facendo emergere un forte disallineamento del servizio e una mala gestione delle risorse disponibili. Un esempio: le nove unità operative di ostetricia presenti sul territorio in barba alle sole quattro che risulterebbero necessarie per erogare il servizio.
L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro continua spiegando che è estremamente necessario avviare un processo di concertazione sul territorio che fino ad oggi è stato quasi inesistente. “Da una parte ci sono settori dove abbiamo sovrabbondanza di risorse e dall’altra forti lacune territoriali rispetto alle patologie. Quello che da più parti è stato evidenziato e che condividiamo è che manca da parte della Regione Puglia una rimodulazione del servizio sanitario regionale attuata ascoltando enti locali, parti sociali e territorio al fine di distribuire razionalmente le poche risorse disponibili”.

giovedì 20 gennaio 2011

A Taranto sequestrate cozze per mercato illegale, la Lusi preoccupata


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti : “La presenza dell'Authority sulla sicurezza Alimentare per la cui sede fu proposta la città di Foggia dal Governo Prodi, avrebbe sicuramente garantito una maggiore vigilanza”


Taranto - A Taranto, nel Mar Piccolo, sono stati sequestrati e poi distrutti oltre 10 milioni di mitili destinati al mercato illegale. Coltivati in un allevamento abusivo grande come un campo da calcio, individuato e requisito dalle unità navali della Guardia di Finanza locale.

Sulla vicenda è intervenuta Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti : “L'ennesimo sequestro di un campo di cozze abusivo nel Mar Piccolo, ripropone l'annosa questione della sicurezza alimentare. Nonostante l'attenzione della Guardia di Finanza, e la normativa europea al riguardo, continuano le coltivazioni abusive di militi, la cui distribuzione può compromettere la salute pubblica e il mercato regolare di questi prodotti ”

In caso di vendita illegale dei molluschi sarebbe venuta meno la concorrenza nel settore, data la destinazione del prodotto ittico al mercato nero, e la sicurezza dei consumatori, a causa della violazione della vigente normativa comunitaria che stabilisce regole ferree in materia di igiene .

“La presenza dell’Authority sulla sicurezza Alimentare – analizza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , per la cui sede fu proposta la città' di Foggia dal Governo Prodi, avrebbe sicuramente garantito una maggiore vigilanza su tutto ciò' che riguarda i prodotti alimentari, la loro produzione e la commercializzazione”