mercoledì 7 settembre 2011

Comune di Bari sommerso da ricorsi contro le multe, il commento della Lusi


La vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: Il rispetto delle regole, a tutti i livelli, assicura un miglioramento della qualità della vita di tutti in quanto non si può certo dire ai vigili urbani di ‘chiudere un occhio’”



La tendenza a cercare di farsi annullare le multe, per non pagarle, ha raggiunto a Bari livelli allarmanti. Rispetto al 2001, infatti, i ricorsi presentati al giudice di pace contro le contravvenzioni per infrazioni al codice della strada o rilevate dalla polizia annonaria sono aumentati del 400%. Poiché l’avvocatura dell’ente non ce la fa, la giunta ha affidato la gran mole di lavoro all’avvocato Pierluigi Rossi, con il quale ha stipulato una convenzione affinché si occupi, quindi, di questo contenzioso in cui è coinvolto il Comune. Tutto questo rappresenta per la città di Bari una spesa significativa.

Patrizia Lusi, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la notizia: “La percezione che la cittadinanza ha dell'idea di ‘legalità’ traspare anche da episodi che possono apparire poco significativi se rapportati a quelli gravissimi che riguardano il caso di chi utilizza il potere, derivante dal ruolo pubblico che ricopre, per l'arricchimento personale. Eppure, da qualche parte si dovrà iniziare per creare ‘cittadini modello’ consapevoli che il rispetto delle regole, a tutti i livelli, assicura un miglioramento della qualità della vita di tutti.
L'inciviltà di molti automobilisti – cittadini che rendono la viabilità urbana disastrosa – procura diversi svantaggi a chi, come i portatori di handicap o mamme con passeggini, spesso non riesce a scendere da un marciapiede perché la discesa a loro riservata è puntualmente occupata da veicoli lasciati impunemente in sosta.
Non stupisce allora – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che le amministrazioni comunali, come nel caso di quella barese, si trovino sommerse da ricorsi contro le multe e che, in periodi di taglio agli enti locali e mancati trasferimenti dallo Stato agli stessi, queste circostanze comportino aggravi di spese per l'ente pubblico costretto a ricorrere a consulenze esterne.
Non si può certo dire ai vigili urbani di ‘chiudere un occhio’, anzi. Si potrebbero, però, incrementare i controlli, e, soprattutto, il numero delle ore che i bambini delle scuole materne, elementari e medie già dedicano all'educazione civica. Potremmo avere la sorpresa di sentire dai nostri figli moniti su come rispettare le regole del codice della strada e sperare che le stesse restino scolpite nelle loro giovani menti, così da avere futuri ‘cittadini modello’. Anche in questo caso ‘prevenire e' meglio che curare’!”

mercoledì 6 luglio 2011

Braccianti romene obbligate a sesso in cambio di lavoro, dura la Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Queste nuove forme di ‘schiavitù moderna’ vanno debellate con il massimo del rigore e della tempestività”

Roma – Diciassette persone sono state arrestate nel Tarantino, con l’accusa di coinvolgimento in un’organizzazione che, secondo le indagini, avrebbe avviato alla prostituzione un centinaio di braccianti romene, sfruttate nei campi come manodopera clandestina. Dovranno pertanto rispondere dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione del reato continuato di estorsione aggravata, sfruttamento e favoreggiamento dell'attività di prostituzione ed esercizio non autorizzato di attività di somministrazione di lavoro.


“Queste nuove forme di ‘schiavitù moderna’ – osserva Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti - vanno debellate con il massimo del rigore e della tempestività attraverso controlli serrati sul territorio che devono coinvolgere le forze dell'ordine non solo italiane, ma di tutta Europa”.

Il bisogno di lavorare per guadagnare qualche soldo a fine mese, avrebbe costretto le donne ad accettare qualsiasi condizione imposta dai datori di lavoro: turni prolungati, misere retribuzioni ed anche prestazioni sessuali in cambio dell’assunzione.

“L'ennesima squallida storia di sfruttamento per ottenere lavoro in cambio di prestazioni sessuali – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che purtroppo è tristemente nota anche a noi italiani, sebbene si sia verificata in circostanze differenti. L'attenzione deve essere massima soprattutto riguardo al contesto umano e sociale in cui le lavoratrici straniere si trovano a vivere nel nostro Paese, che deve essere esempio di accoglienza e solidarietà”.

mercoledì 22 giugno 2011

Area di gioco per bambini contaminata a Taranto, inconcepibile per la Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Ancora una volta è affidato ad un Comitato spontaneo il compito di sollevare una questione sociale”

Roma – Nel giugno 2010 alcune aree del quartiere popolare Tamburi di Taranto, furono vietate all’accesso da un’ordinanza del sindaco, a causa di una contaminazione nociva del terreno. Nel provvedimento adottato lo scorso anno, il comune prescriveva urgenti lavori di bonifica.
Il Comitato ‘Donne per Taranto’, in una nota inviata al all’amministrazione comunale, chiede un aggiornamento della situazione, giacché non c’è stato ancora un riscontro pratico.

“La vicenda del "Tamburi" di Taranto riporta al centro dell'attenzione la distanza che esiste tra le esigenze dei cittadini e le istituzioni che dovrebbero rappresentarle – fa notare Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti-. Un problema di salute pubblica, quello dell'area di Taranto interessata dall'assenza di bonifica, di cui il Comune si era fatto carico senza dare seguito alle buone intenzioni”.

Il Comitato si appella alla giunta Stefàno, inoltre, affinché chiarisca quali azioni precauzionali sono state adottate al fine di tutelare la salute dei bambini del rione Tamburi, maggiormente esposti a fattori cancerogeni presenti sul terreno, continuando a giocare in esso.
L’associazione in questione ha raccolto oltre settemila firme per chiedere indagini epidemiologiche tra i cittadini dell’area finalizzate a comprendere se ci sia un nesso tra malattie ed esposizione all’inquinamento dei terreni della zona.

“Ancora una volta – seguita l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è affidato ad un Comitato spontaneo, questa volta costituito da donne, mamme e figlie, il compito di sollevare una questione sociale e cercare l'attenzione dei media. Auspichiamo che l'interessamento della società civile e dei massa media, porti la Regione Puglia e il Comune di Taranto ad interrompere il blocco "burocratico" e riportare alla disponibilità degli abitanti tarantini un pezzo della città”.

mercoledì 15 giugno 2011

Per Bankitalia economia pugliese al collasso, il commento della Lusi


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “In alcune zone della regione le percentuali di disoccupazione e inoccupazione sia giovanile che femminile sono anche superiori rispetto a quelle rilevate”

Roma – Dall’analisi della Banca d’Italia sull’economia pugliese del 2010 emerge una situazione del mercato del lavoro disarmante, con un tasso di disoccupazione al 13,5% ed un progressivo esaurimento di prestazioni sociali, come la cassa integrazione.

“L'analisi occupazionale della Banca d'Italia – fa notare Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti-, e' terribilmente corrispondente al vero. In alcune zone della regione le percentuali di disoccupazione e inoccupazione sia giovanile che femminile sono anche superiori rispetto a quelle rilevate”.

Secondo gli economisti di Bankitalia, anche l’andamento degli investimenti nell’area è negativo, riportando un calo del 16%.

“Interessante e' anche il dato sulla scarsa propensione agli investimenti – seguita l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, vero volano per lo sviluppo territoriale. Nonostante le numerose iniziative intraprese dal governo pugliese, come i recenti bandi regionali sulla dote occupazionale e "ritorno al futuro", la situazione pugliese resta grave e il poco interesse dimostrato dal governo centrale contribuisce a renderla ancor più preoccupante”.

mercoledì 1 giugno 2011

Disoccupazione giovanile da record in Puglia, l’analisi di Anelli


Il vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti:
“E’ innegabile che la giunta Vendola abbia fatto tanti sforzi, è pur vero però che continua a risentire di una situazione nazionale che penalizza
fortemente il nostro territorio”

Bari – Disoccupazione da record tra i laureati del Sud. Secondo un’indagine condotta da Almalaurea infatti nel 2010 nel Mezzogiorno la mancata occupazione ha raggiunto quota 13,4 per cento, contro la media nazionale dell’8,4. La Puglia occupa il terzo posto con il 13,5 per cento, “superata” soltanto da Sicilia e Campania, rispettivamente ferme a 14,7 e 14. Sono dati che destano una certa preoccupazione per Vincenzo Anelli, vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti.
“Si conferma che la nostra nazione è alle prese con un grande problema di crescita, colpisce in particolare i risultati che emergono dall’analisi della Puglia, e che contrastano con i dati economici resi noti qualche tempo fa, i quali lasciavano presagire una ventata di ottimismo”. Secondo Anelli c’è una connessione tra le due ricerche: “Il vero problema è sui giovani, è su di loro che il Governo nazionale è chiamato a dare risposte concrete. Il nodo cruciale – continua il referente regionale – sta nel lavoro e nella riforma fiscale, chiamata a dare un sostegno alle imprese”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro riflette sullo scenario pugliese che emerge dall’analisi condotta da Almalaurea:“E’ innegabile che la giunta Vendola abbia fatto tanti sforzi, è pur vero però che continua a risentire di una situazione nazionale che penalizza fortemente la Puglia”. Di fondamentale importanza i tagli alla ricerca: “Perché se non si inizia ad investire in ricerca ed in innovazione – incalza Anelli – non creeremo mai nuovi posti di lavoro”.
Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti pensa positivo: “Siamo fiduciosi dei risultati che otterrà il piano di lavoro varato dalla giunta Vendola, che ha avuto il merito di centrare uno dei problemi più acuti della nostra regione. La strategia ci sembra giusta, tempestiva e piena di opportunità”. Anelli conclude però con un monito: “Attenzione ai risultati, affinché non si rivelino solo un fuoco di paglia, ma possano avere degli effetti strutturali”.

martedì 3 maggio 2011

Per studenti prof fannulloni all’università di Bari, la Lusi commenta


La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti:
“Affidare agli universitari il controllo sui ritardi e le assenze degli
insegnanti, è una proposta che può fungere da stimolo”

Bari – Ha fatto scalpore la proposta di alcuni studenti della facoltà di Medicina dell’ateneo barese che, lamentando continui ritardi ed assenze da parte dei loro professori, hanno chiesto al Rettore l’attivazione dei totem e dei badge per gli insegnanti, in modo di poterne controllare le presenze. Si esprime sulla vicenda Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “I problemi delle Università italiane sono molteplici: l’assenza di fondi per la ricerca, un sistema ‘baronale’ e ‘parentale’ di reclutamento dei docenti e dei ricercatori e la carenza di spazi sono stati, per anni, i punti cardine delle proteste studentesche”.
“La riforma dell’Università proposta dal Ministro Gelmini e dal suo Governo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non risolve i nodi essenziali sopra evidenziati, e gli indiscriminati tagli alla scuola pubblica complicano ancor più la situazione”.
Secondo la Lusi, la soluzione proposta di affidare agli studenti il controllo sui ritardi e le assenze dei professori, pur non riuscendo a ‘svecchiare’ il sistema universitario italiano può, ad ogni modo, fungere da stimolo: “Gli insegnanti potrebbero essere indotti a riappropriarsi del ruolo a loro riservato, mentre gli studenti sarebbero chiamati a responsabilizzarsi ancor più nella gestione del percorso universitario”.

mercoledì 20 aprile 2011

Nel Salento immigrati impiegati come schiavi, lo sdegno di Anelli


Il viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Ci sono innumerevoli extracomunitari che lavorano duramente in Italia, ma non si vedono, sono invisibili, clandestini, facili prede di questi personaggi senza scrupoli”


Roma – Un’inchiesta condotta dal Tribunale di Lecce ha portato all’arresto di nove persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione e al mantenimento in schiavitù di lavoratori immigrati, estorsione, favoreggiamento della clandestinità e truffa aggravata ai danno dello Stato. Questo è lo scenario delineato dalla Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi e dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce circa una delle aziende pugliesi più attive nel settore del fotovoltaico.

“E’ sconcertante. Bisogna meditare sul fatto che – commenta Vincenzo Anelli, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti - gli immigrati, aldilà degli attuali scenari di guerra, fuggono dalla povertà verso i nostri paesi, definiti ‘sviluppati’. Episodi come questo danno tutt’altro esempio di sviluppo. Ci sono innumerevoli extracomunitari che lavorano duramente in Italia, ma non si vedono, sono invisibili, clandestini, facili prede di questi personaggi senza scrupoli”.

Parte del personale di una nota società italo-iberica di impianti fotovoltaici con sede a Brindisi, ha assunto immigrati privi di permesso di soggiorno, favorendo la loro irregolare permanenza nel territorio italiano, ed impiegandoli in mansioni equiparabili al servaggio.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro ha fatto riferimento alla netta contrapposizione di atteggiamenti che vige nel nostro paese: “Da un lato c’è una società civile illuminata e ospitale, che permette a chi arriva in Italia di condurre una vita dignitosa, di certo alla larga da lager come Manduria; dall’altro, purtroppo, c’è chi è senza scrupoli e si approfitta di essi.
Un settore innovativo come quello del fotovoltaico dovrebbe agire da traino per lo sviluppo e per il mercato del lavoro, incidendo sulla ripresa economica del Paese. E’ in settori come questo e non nel Nucleare che bisogna investire, se si vuole guardare al futuro. Purtroppo - conclude Anelli – la riflessione più amara sulla vicenda, è che la vita di questi uomini immigrati, è considerata nulla”.