mercoledì 20 aprile 2011

Nel Salento immigrati impiegati come schiavi, lo sdegno di Anelli


Il viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Ci sono innumerevoli extracomunitari che lavorano duramente in Italia, ma non si vedono, sono invisibili, clandestini, facili prede di questi personaggi senza scrupoli”


Roma – Un’inchiesta condotta dal Tribunale di Lecce ha portato all’arresto di nove persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione e al mantenimento in schiavitù di lavoratori immigrati, estorsione, favoreggiamento della clandestinità e truffa aggravata ai danno dello Stato. Questo è lo scenario delineato dalla Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi e dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce circa una delle aziende pugliesi più attive nel settore del fotovoltaico.

“E’ sconcertante. Bisogna meditare sul fatto che – commenta Vincenzo Anelli, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti - gli immigrati, aldilà degli attuali scenari di guerra, fuggono dalla povertà verso i nostri paesi, definiti ‘sviluppati’. Episodi come questo danno tutt’altro esempio di sviluppo. Ci sono innumerevoli extracomunitari che lavorano duramente in Italia, ma non si vedono, sono invisibili, clandestini, facili prede di questi personaggi senza scrupoli”.

Parte del personale di una nota società italo-iberica di impianti fotovoltaici con sede a Brindisi, ha assunto immigrati privi di permesso di soggiorno, favorendo la loro irregolare permanenza nel territorio italiano, ed impiegandoli in mansioni equiparabili al servaggio.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro ha fatto riferimento alla netta contrapposizione di atteggiamenti che vige nel nostro paese: “Da un lato c’è una società civile illuminata e ospitale, che permette a chi arriva in Italia di condurre una vita dignitosa, di certo alla larga da lager come Manduria; dall’altro, purtroppo, c’è chi è senza scrupoli e si approfitta di essi.
Un settore innovativo come quello del fotovoltaico dovrebbe agire da traino per lo sviluppo e per il mercato del lavoro, incidendo sulla ripresa economica del Paese. E’ in settori come questo e non nel Nucleare che bisogna investire, se si vuole guardare al futuro. Purtroppo - conclude Anelli – la riflessione più amara sulla vicenda, è che la vita di questi uomini immigrati, è considerata nulla”.

lunedì 18 aprile 2011

La Bellantuoni elogia Dia per maxisequestro a clan italo-albanesi a Bari


La responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “La sinergia con la quale lavorano le forze dell’ordine in tutta Italia, e fuori dai nostri confini, può portare ovunque al raggiungimento di grandi risultati nella lotta al malaffare”

Bari - “La criminalità organizzata in Puglia è sempre più agguerrita e radicata nel territorio. Lo dimostra l’operazione conclusa dalla Dia di Bari circa il traffico di stupefacenti incrociato tra Puglia, Lombardia e Toscana”. Manuela Bellantuoni, responsabile regionale dell’Italia dei Diritti, commenta in questo modo il sequestro preventivo di beni per oltre un milione di euro, eseguito, questa mattina, dalla Direzione Investigativa Antimafia di Bari, Milano e Firenze, nei confronti di clan italo-albanesi.

L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro si sofferma sui dati della vicenda: “Fa specie la sproporzione verificata dagli inquirenti tra la disponibilità di patrimoni degli indagati e le loro dichiarazioni di reddito, bassissime, a testimonianza del fatto che c’era qualcosa di losco in merito”. I beni sequestrati fanno capo a Domenico Azzone, affiliato del clan barese Anemolo, e ai clan albanesi di Mehemeti Ermal e Cobo Krenar di Valona e di Hasani di Durazzo.

La Bellantuoni conclude il suo intervento elogiando il lavoro di quanti combattono contro il crimine, quotidianamente: “É importante sottolineare che la sinergia con la quale lavorano le forze dell’ordine in tutta Italia, e fuori dai nostri confini, può portare ovunque al raggiungimento di grandi risultati nella lotta al malaffare. Un plauso particolare va alla Dia di Bari ma, più in generale, a tutti coloro che, ogni giorno, fanno bene il loro lavoro, permettendo di centrare l’obiettivo dello smantellamento di bande di delinquenti che si muovono su territori di larga estensione, soprattutto nel traffico di stupefacenti , un settore che va a ledere, in particolare, il mondo dei giovani”.

martedì 12 aprile 2011

A Bari un quartiere trasformato in discarica, la solidarietà di Anelli


Il vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti:
“Le istituzioni devono monitorare il territorio, a rischio la salute dei cittadini”

Bari – Pieno appoggio ai cittadini pugliesi che protestano a Bari San Giorgio perché stanchi dei rifiuti lasciati sulla complanare della statale 16, arriva da Vincenzo Anelli, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti.
“Condivido le azioni di protesta degli abitanti della zona che da tempo sollecitano l’intervento delle autorità cittadine e dei servizi competenti, quali l’Amiu, a seguito dei disservizi le cui conseguenze ricadono sul quartiere”. Anelli punta i riflettori in particolare sull’abbandono di rifiuti di ogni genere “che – aggiunge – di frequente presentano materiali pericolosi come amianto e pneumatici”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro getta un faro di luce sulla condizione che affligge i residenti del quartiere barese che vivono una situazione critica: “L’abbandono indiscriminato dei rifiuti rappresenta un rischio per la salute, nonché un danno all’ambiente e in particolare alla costa”.
Il vice responsabile pugliese del movimento extraparlamentare sottolinea la ricaduta economica e turistica, che il perdurare di una simile situazione può provocare sulla litoranea barese, e lancia l’appello alle istituzioni: “Chi è tenuto a monitorare il territorio individuando i responsabili di simili azioni deve adempiere al pieno il suo dovere. Il problema dei controlli – conclude – è centrale”.

mercoledì 6 aprile 2011

Sfrattati a Bari disabili che attendono casa da 25 anni, lo sdegno di Anelli


Vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “E’ inconcepibile che in un paese come l’Italia succedano cose del genere”


Roma – Gianni e Gianna Tempesta, coppia di disabili, entrambi in carrozzina, attendono da venticinque anni l’assegnazione di un alloggio popolare dal comune di Bari.
Ieri il giudice del tribunale del capoluogo pugliese ha dichiarato esecutivo lo sfratto, per morosità, dalla casa dove i coniugi, insieme alla loro figlia di undici anni, vivono attualmente.
Percependo poco più di 1.200 euro al mese, la coppia non riesce a far fronte all’affitto poiché gran parte del denaro viene utilizzato per le cure mediche, inoltre il comune non eroga più l’80% della spesa d’affitto.

Vincenzo Anelli, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, ha dichiarato sul problema sociale: “Voglio lanciare un appello per evitare che questa famiglia si ritrovi a vivere in condizioni disumane, non avere nemmeno una casa è inaccettabile.
Il sindaco deve intervenire per bloccare lo sfratto o per trovare una degna sistemazione almeno in una casa popolare. E’ inconcepibile che in un paese come l’Italia succedano cose del genere.
Bisogna essere sensibili – continua Anelli – ai temi sociali e intervenire per aiutare le famiglie che si ritrovano in situazioni inammissibili come questa, che hanno bisogno delle istituzioni.
Essendo il sindaco di Bari anche un magistrato, che dimostri sensibilità e prenda a cuore la situazione, poiché ha le competenze per intervenire in maniera efficace per questa famiglia”.

Il vice responsabile pugliese, del movimento presieduto da Antonello De Pierro, continua: “Qualcosa ci preoccupa per quanto riguarda la rete di prestazioni sociali perché mostra delle crepe nella tutela dei più deboli, probabilmente per mancanza di fondi. Bisogna, quindi, capire come si deve agire, perché non è possibile che la gente viva in condizioni disumane”.